
La perdita di qualcuno o qualcosa, ma anche la fine di qualcosa, rappresenta un momento di rottura di un equilibrio che avevamo o che avevamo costruito e raggiunto, magari con impegno e fatica e che adesso non c’è più e che deve essere ricostruito. E’ fondamentale affrontare il dolore, anziché scappare o evitarlo, anche perché il rischio principale quando decidiamo di chiudere a chiave dentro di noi un vissuto doloroso o un’emozione negativa, è che prima o poi il vissuto o l’emozione troveranno il modo di uscire, scegliendo però modalità disfunzionali che sfociano nei sintomi, come ad esempio le somatizzazioni.La terapia del lutto aiuta proprio a dare spazio a queste emozioni e a trasformarle in un percorso di crescita.
In terapia paragono sempre il dolore ad un’onda e spiego alla persona che è fondamentale lavorare insieme per affrontare quest’onda, invece di scappare. Affrontare l’onda significa decidere di mettersi in gioco, consapevoli che le prime volte farà male stare davanti al dolore. L’onda è tanto alta quanto più è grande la sofferenza che ci portiamo dentro, quindi inizialmente ci travolgerà. Ma se decidiamo di rialzarci e rimanere davanti a lei affrontandola e comprendendola meglio, allora impareremo delle strategie per rimanere in piedi. Consideriamo poi che l’onda piano piano perde la sua potenza. Più impariamo a conoscerla, ad elaborarla e a gestirla, più questa si abbassa.
Anche l’elaborazione del lutto è un processo graduale: più impariamo a comprenderlo, accoglierlo e a lavorarci, più il dolore si riduce e lascia spazio a nuove possibilità di vita.
Come dico sempre: il mare non è mosso per sempre!

