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ELABORAZIONE DEL LUTTO

Non permettere alle tue ferite di trasformarti in qualcuno che non sei.

Paulo Coelho

Il lutto è inteso come una qualsiasi perdita. Non soltanto la perdita di una persona cara, ma anche la fine di una relazione, la perdita del lavoro oppure del proprio status di salute, quando ci troviamo di fronte ad una diagnosi importante che cambia la percezione che abbiamo sempre avuto di noi come persone sane. Per questo motivo, l’elaborazione del lutto è un percorso fondamentale per ritrovare equilibrio e serenità.

La perdita di qualcuno o qualcosa, ma anche la fine di qualcosa, rappresenta un momento di rottura di un equilibrio che avevamo o che avevamo costruito e raggiunto, magari con impegno e fatica e che adesso non c’è più e che deve essere ricostruito. E’ fondamentale affrontare il dolore, anziché scappare o evitarlo, anche perché il rischio principale quando decidiamo di chiudere a chiave dentro di noi un vissuto doloroso o un’emozione negativa, è che prima o poi il vissuto o l’emozione troveranno il modo di uscire, scegliendo però modalità disfunzionali che sfociano nei sintomi, come ad esempio le somatizzazioni.La terapia del lutto aiuta proprio a dare spazio a queste emozioni e a trasformarle in un percorso di crescita.

In terapia paragono sempre il dolore ad un’onda e spiego alla persona che è fondamentale lavorare insieme per affrontare quest’onda, invece di scappare. Affrontare l’onda significa decidere di mettersi in gioco, consapevoli che le prime volte farà male stare davanti al dolore. L’onda è tanto alta quanto più è grande la sofferenza che ci portiamo dentro, quindi inizialmente ci travolgerà. Ma se decidiamo di rialzarci e rimanere davanti a lei affrontandola e comprendendola meglio, allora impareremo delle strategie per rimanere in piedi. Consideriamo poi che l’onda piano piano perde la sua potenza. Più impariamo a conoscerla, ad elaborarla e a gestirla, più questa si abbassa.
Anche l’elaborazione del lutto è un processo graduale: più impariamo a comprenderlo, accoglierlo e a lavorarci, più il dolore si riduce e lascia spazio a nuove possibilità di vita.
Come dico sempre: il mare non è mosso per sempre!

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