A proposito di generazione “iperconnessa”…

Di seguito un estratto della mia intervista per il settimanale “La Vita” della diocesi di Pistoia.

Le generazioni di oggi sono nate con lo smartphone, tuttavia anche le generazioni più vecchie hanno imparato ad usare internet e tutto ciò che offre: informazione, servizi di vario genere, divertimento, reti sociali… Siamo tutti iperconnessi, chi più chi meno, questo non è di per sé una cosa negativa.

Decenni fa il telefono fisso riduceva le uscite per incontrarsi, i fumetti erano visti come oggetto di distrazione dai “veri” libri che erano invece sinonimo di cultura, i primi videogiochi rudimentali distraevano i ragazzini dai compiti e li tenevano un po’ più in casa.

Il mondo è in costante cambiamento, negli ultimi anni l’evoluzione digitale è stata sicuramente molto veloce e travolgente, probabilmente non ci ha dato tempo sufficiente per poterci abituare a gestire le infinite potenzialità (positive e negative) che internet offre.

Quello che serve è un’educazione alla digitalizzazione: abusare di tablet e telefoni con bambini molto piccoli come fossero delle “tate digitali” sicuramente non incentiva i piccoli a scoprire il mondo esterno, a imparare la manualità, le attività di socializzazione all’aria aperta con i coetanei.

Come per tutte le cose ci vuole il giusto dosaggio, in questo caso spetta al genitore trovarlo e concedere ai propri figli la possibilità di scoprire il mondo in cui vivono che non coincide soltanto con quello digitale. Per fare questo però, è necessario che il genitore per primo dia il buon esempio staccandosi dallo smartphone o dal computer proponendo attività ludiche e culturali da poter fare con tutta la famiglia. Un altro aspetto importante dell’educazione digitale riguarda la supervisione di bambini e adolescenti, mettendoli a conoscenza dei pericoli che si possono celare in rete e mantenendo con loro sempre un dialogo aperto e sincero per incentivare un rapporto di fiducia in cui il ragazzo si senta sicuro di poter confidare le proprie difficoltà o i propri errori, senza sentirsi giudicato o meno amato.

Anche gli insegnanti dovrebbero affiancare le famiglie in questo difficile compito di educare bambini e giovani a un uso consapevole di internet, con tutte le insidie che questo strumento può nascondere, ma anche con tutte le possibilità che può offrire in termini di servizi, apprendimenti e crescita.